equilibri scomposti

ognuna di per sé completa, ognuna legata all’altra, a formare
un’opera unitaria, composta e scomponibile.

un grande puzzle di colore, di materia, di anima.

colori, grumi materici e singole par ti non sono strutturati come fini a se stessi, ma come componenti di un discorso unico filosofico-esistenziale.
e un discorso apparentemente astratto, ma che tradotto nella sostanza della vita
quotidiana e della dimensione personale, ben rende sia lo scontro-incontro che avviene
tra l’identità sociale e quella più profonda individuale; sia il magma interiore tra le varie parti del sé e tra i singoli sé che compongono il mondo esterno.
tutto questo moto perpetuo è comunicato attraverso velature cromatiche che
occupano lo spazio ma nello stesso tempo fanno trasparire realtà occultate ma
percepibili agli occhi di chi sa e vuol vedere.
ogni singola parte dell’opera è collegata alle altre attraverso indistinte forme informali, con
in trasparenza frammenti di giornali, quasi invisibili, che originano una struttura autonoma di forme e segni stabilendo un contatto fluido e continuo con gli altri quadri dello stesso livello orizzontale o verticale che sia. nell’opera vivono forti e netti stacchi cromatici, ma allo stesso tempo nascono forti agganci nell’immagine complessiva, dove non si chiudono mai i varchi, anche quando si avverte che alcuni di essi non sono valicabili.
nasce un respiro quasi cosmico, che apre orizzonti anche quando visivamente li
chiude, uno spirito religioso che unisce la parte col tutto.