Forme e figure emblematiche

Forme e figure emblematiche colori pastosi, morbidi e plastici giochi di corrispondenze e di contrasti, materiali variegati e sapientemente assemblati sono gli ingredienti di questa mostra originale, che rappresenta la summa dell’arte e del sentire di un’artista,donna sensibile e particolare, come Rosanna Di Marino. Il femminile e il maschile vengono rappresentati in maniera del tutto personale, attraverso una interpretazione sicuramente incisiva e di forte impatto visivo ed emotivo. Già i volti quello femminile frontale, composto nell’atteggiamento, dagli occhi intensamente espressivi ed evidenziati rispetto al resto, in quel colore azzurro dominante, quello maschile, un po’ di profilo, più marcato nei tratti, dagli occhi si espressivi, ma non particolarmente evidenziati rispetto al resto, azzurro ma con trasparenze di giallo/arancio/verde, sottolineano la diversità e la irripetibilità dell’essere femminile e di quello maschile, diversità che diventa “condicio sine qua non” per il momento della sintesi preparata per così dire suggerita proprio da questa differenza. L’elemento femminile è dominante e impronta di sé la successione dei pannelli, con l’iterazione della spirale simbolo inequivocabile della femminilità e presenza topica nell’arte della Di Marino, evidenziata dalla solarità dei colori giallo e arancio inserita in forme geometriche anch’esse simboliche in particolare il quadrato, talvolta in posizione romboidale o complicato dalla presenza del cerchio, figure che rimandano a suggestioni magiche e misteriose, come magico e misterioso è l’universo femminile. Per il femminile il mélange dei colori pastello è estremamente armonico e plastico, pur nel magma dell’Es, in tensione verso l’equilibrio e la soluzione; il maschile è essenzialmente azzurro, con un po’ di rosa e nero, meno complesso e complicato nella morbidezza dell’andamento delle linee che risulta più ampio e regolare. Poi comincia il gioco seducente dell’intrecciarsi e intersecarsi dei due elementi: dapprima il femminile sul maschile, azzurro su rosa con qualche accenno alla fusione dei due colori, e il maschile sul femminile, rosa con qualche punta di giallo, emergente in un cocktail di colori pastello su un unicum di azzurro, ancora separati e distinti tramite la sovrapposizione del rettangolo sul quadrato. Poi climax figurativa ed espressione passa attraverso “il mio e il tuo sentire”, scandito da due momenti, nel primo dei due elementi, pur nel rispetto della diversità del loro sentire, i colori sono variegati, anche se si indulge a quelli caratteristici rosa/azzurro; nel secondo, il maschile e il femminile non hanno contorni né distinzioni ma diventano un tutt’uno sottolineato anche dalla sintesi cromatica. Un’altra climax allusiva è espressa dai pannelli collegati, intitolati “il femminile e il maschile”; il primo nella sua essenzialità cromatica (bianco-nero con spruzzi di azzurro) e nel suo andamento circolare a mo’ di vortice, presenta due orme quella maschile avanti, la femminile più indietro; nel secondo le orme della scarpa si dimezzano e trapassano nel nudo dei piedi su uno sfondo fondamentalmente azzurro con un po’ di bianco e nero avanti è quella femminile, un po’ più indietro quella maschile; l’arancio soprattutto e poi il giallo colorano, infine, la scenografia del terzo in cui le orme sono nude, a stemperare il tutto nella dimensione/natura, in cui si coglie l’essenziale senza sovrastrutture né artifici. Una traccia davvero intrigante da seguire e percorrere in una fantasmagoria di simboli e immagini allusive da cogliere interpretare tradurre in riflessioni e sentimenti. Una visione/conoscenza, trasferita in linee e colori che significano la distinzione dei due elementi fatti anche di scontro, di conflittualità, di dicotomia, verso l’unità da cui scaturisce la vita e la realtà/mistero dell’eterno ciclo esistenziale.

Maria Olmina D’Arienzo – Docente e Critica d’Arte.

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